“Giovanna dei trampoli” ph. Claudio Abate
Mostra a cura di Giuseppe Casetti
Quelle favole lanciate sui tetti i gesti d’ arte di Diana Rabito
E’ passata come una stella cadente sulla scena romana dell’ arte degli anni Settanta. Diana Rabito se ne è andata venerdì notte. E di lei resta la memoria di quell’ aereo che sorvolò il cielo della capitale una notte di Natale di quarant’ anni fa, per lanciare sulle teste dei romani volantini con il testo di una favola. Un gesto avanguardista. Per narrare una fiaba. Quella storia per bambini si intitolava Cielo entronauta. E cadde come la neve su Roma il 24 dicembre 1972. Di Diana Rabito restano altri lavori e storie, immortalati dalla macchina fotografica di Claudio Abate, il reporter dell’ arte romana. E poi anche memoria di una mostra alla galleria Seconda Scala di Adriana Bucciana in quei vivissimi anni Settanta di Roma che, schiacciati tra i fasti dell’ Arte Povera dei Sessanta e il ritorno alla pittura della Transavanguardia degli Ottanta, sono al centro della riscoperta nella mostra del prossimo ottobre curata da Daniela Lancioni al Palazzo delle Esposizioni. «Diana – precisa Achille Bonito Oliva – era legata in quel periodo a figure come Vettor Pisani e Gino De Dominicis. Lei, da pittrice, sviluppò quel tasso di esoterismo che era implicito nell’ attenzione di Pisani per i Rosa croce e di Gino per il mito di Gilgamesh». Rabito aveva lo studio a via del Babuino e un passato, negli anni Sessanta, da attrice di film popolari, come il giallo Ipnosi e il drammatico Le due leggi (1963), ma anche una parte nel capolavoro diretto nel 1965 da Sergio Leone Per qualche dollaro in più. Poi un passo indietro, il ritiro nella sua casa al mare. E l’ uscita progressiva di scena. «Diana Rabito è stata un’ artista genialee rigorosa, schiva rispetto alle competizioni», il ricordo di Bonito Oliva.
Carlo Alberto Bucci (La Repubblica 23 giugno 2013).
Nel 1971 nella presentazione della mostra di Diana Rabito nella galleria Soligo ”Ipotesi sul consumismo” Franco Solmi scrive: “ (…) Diana Rabito pare nutrirsi d’odio e perseguire, con allucinata determinazione, un suo disperato disegno; disperato perché nell’atto della denuncia è implicito quello della sconfitta: Nei suoi dipinti non c’è davvero speranza, piuttosto vi si può cogliere un’amara irrisione dell’uomo che “ vive e veste panni” con l’etichetta protettrice del sistema. Forse mi sbaglierò, ma credo che in questa pittrice l’inquietudine si assommi alla perdita di ogni possibile speranza, e sfoci nel discorso senza alternative che oggi ci propone, come sfociasse nel suicidio. Non si tratta solo di morte dell’arte, intellettualmente così ben fondato, ma di una morte di sé che l’uomo, e quindi l’uomo-artista, sente incombere da ogni parte. La morte dell’individuo non può avere risarcimento nel mondo delle “copie conformi” in cui stiamo vivendo e affondando giorno per giorno. Non può esserci risarcimento per il creatore di immagini laddove l’immaginazione non ha preso il potere. Il cammino di questa artista è quello di tanti altri: costretta ad aprire gli occhi su una realtà del presente istituzionalizzato, Diana Rabito non immagina più il Che Guevara o Debray, ma file di cappotti e camicie, di stampelle e oggetti pronti a rivestire ed investire l’uomo socializzato da vincoli del consumo di sé.
Franco Solmi
ESPOSIZIONI
1970 Diana Rabito (mostra personale) dal 7 al 19 marzo 1970 Palazzo Galvani.
1971 Diana Rabito “Ipotesi sul consumismo” presentazione di Franco Solmi 24 aprile – 10 maggio Galleria Soligo.
Inoltre negli anni settanta ha esposto – Reggio Emilia- Libreria Rinascita- giugno Pescocostanzo- Palazzo Fonzago – Mostra Nazionale “Grafica2”- agosto-Spoleto- “Per una nuova generazione dell’arte”- galleria del Duomo- settembre. Di lei hanno scritto Calabria, Di Grazia, Meconi, Pignotti, Ruggeri,Solmi. Illustra la rivista Italsider.
1972 Diana Rabito presentazione di Franco Solmi Palermo : Galleria “La Tela”, 1972
1974 Mostra autogestita a Roma 4 gennaio Palazzo Braschi a Roma la «Mostra di grafica autogestita», sotto l’egida del Comune e della rivista «Capitolium». L’iniziativa è di rilevante significato: si tratta infatti di un tentativo (il primo a mia memoria) di una autogestione condotto da un gruppo di artisti e tendente al controllo dell’intero ciclo della produzione artistica.
1975 Diana Rabito “Gioconda Scala” gennaio gennaio 1975 galleria Arco D’Alibert Roma
1975 11-22 gennaio Palazzo delle esposizioni Roma “Gioconda scala”
1977 Diana Rabito “Dondolo permanente” “L’ovale è un tondo preso a schiaffi” Galleria del Cortile 1977
1977 Biennale dei Giovani di Parigi Diana Rabito, Fotoromanzo: un amore, 1973, frammento. L´artista ha partecipato alla Biennale dei giovani di Parigi presentando una serie di lavori diversi, tra il 65 e il 76 e accomunati da un unico filo conduttore “Cannibalismo retinale e Craquelure” 1973 tecnica mista Fotografo: Settanni Pino
1977
1977 Bari – Expo Arte 1977 – Mostra “Ipotesi ’80” -Interno di alcuni stand espositivi della manifestazione “Ipotesi ’80”. Tra i presenti, gli artisti installazione l?ambiente di Diana Rabito è composto da diversi elementi, definiti dall’artista, ricordi raccontati. I quattro lavori, “Venezia”, “Interno Italico”, “Ricordo biondo” e “pelledoca”, sono stati esposti in un unico spazio enigmatico cui si accedeva da una porta fessura fotografo Colombo Giorgio
Diana Rabito “Dondolo Permanente” 1971-1977 (Nella foto: “L’ovale è un tondo preso a schiaffi” 1971- (Part. Di sinistra) (Elemento suggerito dall’ambiente) in alto a destra: “FOR-CINA. 1977 (particolare)
1981
Diana Rabito “Arte e Critica 1981” a cura di Ida Panicelli Galleria Nazionale d’Arte Moderna 1981 (opera esposta “Eros Paysage”).
13a Biennale Internazionale del Bronzetto Piccola Scultura Padova Eremitani Novembre 1981 / Gennaio 1982 Testi di Guido Montesi, Settimo Gottardo, Giuseppina Dal Canton, Umbro Apollonio, Giulio Carlo Argan, Max Bill, Ryszard Stanislawski, Giorgio Segato, Alexander Bassin, Janos Frank, Carlo Munari, Franco Solmi, Dora Vallier, Lea Vergine.
1984
Diana Rabito Centre Culturel Thibaud de Campagne “D’unPercours Italien : la strada occulta a cura di Pierre Ponant e Vanessa Delouya 18 febbraio – 25 marzo. Troyes. (opere esposte: La vista dell’angelo, Erospage 1977, Erospaysage di maggio 1981, Ciuchino 1982, Prigionieri del sogno 1982, Autoritratto nel vento di piazza di Spagna 1981)
Diana Rabito Galleria “Passages” (Associazione di Arte Contemporanea) “D’unPercours Italien : la strada occulta. 18 febbraio – 25 marzo. Troyes.
Diana Rabito “Arte e Alchimia” a cura di Arturo Schwarz Biennale di Venezia Giugno.
1986 XLII Esposizione Internazionale d’Arte : la Biennale di Venezia : arte e scienza / [redazione, Enrico Basaglia, Giovanni Keller]. 1986
1991 Artae Achille Bonito Oliva Prearo editore catalogo Circolo degli Artisti 25 ottobre – 11 novembre 1991 Roma
2018 Barcellona Pozzo di Gotto: “Caos” non è solo il titolo, ma anche la realtà di questa XXV Esposizione Nazionale d’Arte “Artisti per Epicentro”, con ottanta artisti in mostra al Museo Epicentro di Gala. Perché questa volta Nino Abbate, 16 dicembre 2018
Bibliografia
1980 Renato Barilli Mostre Flash Art
1984 Nell’autunno del 1984 al villaggio dei pescatori di Fregene l’artista povera Diana Rabito, unica amica in quel mare di commercianti grassi e di ristoratori facinorosi, ci presentò a un suo amico pittore.“La pittura – ci disse Diana introducendoci a Tano Festa – è la scienza del colore“.Tano : “Se non hai l’energia di sostenere la tua intelligenza, essa ti uccide e diventi un pezzo di haschish e ti fai fumare dalla vita
Marta Seravalli Arte e femminismo a Roma negli anni settanta Biblimk editori
Aldo Ricci Brasile d’inferno edizioni Robin
“al villaggio dei pascatori a Fregene Infine c’era Diana Rabito, l’artista plastica, che mi sosteneva con un repertorio di massime come queste: “Il dolore fa dell’intelligenza una lama di rasoio”
Tra i suoi film come interprete, ricordiamo:
Per qualche dollaro in più (1965), IPNOSI (1963), Le due leggi (1963), SEXY CHE SCOTTA (1963), LA PICA SUL PACIFICO (1959), VITE PERDUTE (1958), SERENATE PER 16 BIONDE (1957),
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