Massenzioland Roma agosto 1990 mostra a cura della camera del sud di Giuseppe Casetti.
D.- la grafica editoriale e no del ventennio nella sua retorica prppagandistica e nel suo isolamento storico che cosa ha rappresentato e che cosa rappresenta?
R.- Nella cosolidata immagine del ventennio( o quella immagine delle immagini che risulta essere la grafica) che abbiamo assimilato attraverso pubblicazioni e reclam che storici addetti ai lavori ci hanno proposto e tramandato, debbo aggiungere che accanto alla esaltatoria arte di Regime e iconografia di stato, veniva a porsi come per sottili penetrazioni e invasioni, un’immagine nuova che sfuggiva alle maglie dei censori. Per la felicità dell’immagine rispetto alla parola ad avere luce. Non c’era soltanto la retorica mussoliniana di mancioli e di Biazzi. La grafica “europea” penetrava occultamente nel fascismo primario: Un collaboratore della rivista “Natura” e della “Rivista Illustrata del Popolo d’Italia” era Herbert Bayer direttore grafico del Bauhaus. Collaboratori di almanacchi e riviste erano Cesare Zavattini con De Libero, Pagano e Persico, Longanesi e Maccari, Bontempelli e Malaparte, personaggi che hanno inciso a definire i confini di “Strapaese e Stracittà”.
D.- Perchè a Massenzioland una esposizione di grafica editoriale del Ventennio?
R.- Per dirla con Alfred Hitchcock fare film commerciali è per me una questione di coscienza.