Giosetta Fioroni “Artaud”.

Libreria-galleria il museo del louvre 20 aprile – 26 maggio 2007mostra a cura di Giuseppe Casetti . Catalogo edito dal “il museo del louvre” con uno scritto di Emanuele Trevi e una nota dell’artista.

(Le opere sono in vendita)

Dopo la mostra del 2005 intitolata Le fotografie di Giosetta Fioroni, la galleria libreria il museo del louvre presenta una nuova personale dell’artista romana: un omaggio pittorico ad Antonin Artaud, attraverso un ciclo di venticinque opere su carta, realizzate per l’occasione. Il percorso creativo di Giosetta Fioroni è contrassegnato da un costante e fertile confronto con altri linguaggi, in particolare con quello letterario. Oltre al rapporto con scrittori a lei contemporanei (Goffredo Parise, Andrea Zanzotto, Raffaele La Capria, Franco Marcoaldi, Elisabetta Rasy, Cesare Garboli, Guido Ceronetti, Gilberto Sacerdoti, Alberto Arbasino: per citarne solo alcuni) che ha ispirato singole opere, cartelle grafiche o libri veri e propri, l’artista ha in varie occasioni dialogato anche con alcuni autori del passato, più o meno remoto: da Shakespeare a Leopardi, da Lautréamont a Nerval da Bataille a Klossowski. Artaud d’altra parte non è stato solo uno scrittore. Drammaturgo, attore e regista teatrale, interprete anche di alcuni film – tra cui due classici del cinema muto: La passione di Giovanna d’Arco di Dreyer e Napoléon di Gance- il suo nome resta soprattutto legato ad una delle più vitali teorizzazioni ed esperienze di rinnovamento del linguaggio scenico del Novecento. Non è dunque un caso se Giosetta Fioroni – che ha associato più volte lo stesso vocabolo teatro alla propria ricerca espressiva- abbia continuato a percepire nell’autore de Il teatro e il suo doppio un interprete decisivo della modernità. La “scoperta” di Artaud, ricorda lei stessa nella nota introduttiva al catalogo della mostra, avviene durante il soggiorno della pittrice a Parigi, nel 1958: « Artaud era morto da dieci anni, ma circolava vivissima la sua fama e la sua leggenda. Si potevano leggere i suoi scritti, appunti, resoconti di viaggi, lettere…e vedere i suoi disegni. […] Nei tanti anni che seguirono, il mondo di Artaud ha continuato a agire in me e le numerose tracce, viste, lette o udite hanno mantenuto intatta la loro Suggestione e credo si possa dire che tutto quello che Artaud ha proposto è sempre stata materia-prima per la nostra contemporaneità espressiva. […] In questo senso Artaud ha attraversato il cielo del primo novecento come la più inquietante cometa…lasciando nella sua scia molteplici e meravigliosi frammenti ispiratori ». La mostra testimonia questa molteplicità di spunti, suggestioni, ispirazioni che Giosetta Fioroni ha saputo cogliere nella parabola di Antonin Artaud. Ad una prima ricognizione, la rilettura dell’opera e della figura di Artaud si sviluppa come una riscrittura delle tracce grafiche prodotte o evocate dal questo autore-personaggio. Giosetta Fioroni non resiste infatti all’impulso di cimentarsi con le immagini già viste -gli autoritratti, le foto di scena dei film-, con l’obiettivo dunque di dare un nuova consistenza figurativa a un repertorio iconografico pre-esistente. Parallelamente, come già sperimentato in altre occasioni, per Giosetta Fioroni la stessa parola scritta può essere “rimessa in scena” sulla superficie della tela o della carta, sperimentandone non solo l’inedita vocazione figurativa, ma l’inesauribile latenza semantica. Ecco dunque “ridisegnate” singole parole o frasi, o titoli veri e propri di alcuni testi di Artaud. Il valore e gli esiti più autentici di questo incontro, tuttavia, sono forse altri, come suggerisce lo scrittore Emanuele Trevi nel suo testo in catalogo, Sul destino del Torturato: Giosetta Fioroni dipinge Artaud. « Più che qualunque impossibile velleità di “illustrazione”, il lavoro su carta di Giosetta Fioroni centra il bersaglio di Artaud (che è un bersaglio mobile per eccellenza, un bersaglio zen da mirare più che altro ad occhi chiusi) a un livello molto più necessario e vincolante, che è quello della tecnica, vale a dire in concreto della tecnica mista e in qualche caso del collage. […] Soprattutto, Giosetta Fioroni condivide con Artaud il senso più profondo, la posta in gioco più iniziatica per così dire, di ogni tecnica mista – che è un lasciarsi alle spalle il disegno, lasciare esaurire in se stessi ogni idea di disegno, spostandosi in un’altra direzione, che è la direzione delle forme e del loro spessore, della loro implicita carnalità e mortalità. […] Ma la più infame e sublime delle tecniche miste, non è forse il destino, quel supremo e scoraggiante bricoleur, a possederla? » La figura che le carte del destino (i tarocchi) propongono ad Artaud e in cui si è evidentemente imbattuta Giosetta Fioroni – scrive ancora Emanuele Trevi- è quella del Torturato. « Come un Albero Cosmico, o un qualunque altro Asse del Mondo, il Torturato unisce l’alto e il basso, l’oriente e l’occidente, e così facendo tiene assieme la realtà. Ancora meglio, il Torturato di quella realtà è l’«immagine», come a dire l’essenza più pura». Le opere sono esposte nei locali locali di Via della Reginella 28. Le vetrine all’interno della libreria propongono per l’occasione anche altre carte di vario genere (libri, cataloghi, disegni, grafiche, foto, ecc.) riconducibili ad entrambi i nomi della mostra Giosetta Fioroni ARTAUD. Le vetrine all’interno della libreria propongono anche altre carte carte di vario genere (libri, cataloghi, disegni, grafiche, foto, ecc.) riconducibili ad entrambi i nomi della mostra Giosetta Fioroni ARTAUD. Contemporaneamente, nello spazio attiguo di Via della Reginella 26, è possibile visitare le collezioni fotografiche del museo del louvre, che ospita in permanenza lavori di diversi autori del Novecento: da Francesca Woodman alla stessa Giosetta Fioroni.