“Telelouvre” televisione di strada

Libreria- galleria il museo del louvre  30 gennaio 2003 mostra a cura di Giuseppe Casetti con un testo critico di Achille Bonito Oliva.

Se la televisione decide di scendere per strada, questo vuol dire che vuole raccontare laddove i fatti avvengono. E’ quello che fa Telelouvre, su progetto di Giuseppe Casetti, che ha assecondato il mezzo televisivo nella sua attitudine di documentare la vita a 360 gradi nella sua agile istantaneità.
Partendo dalla sua libreria-galleria-museo del Louvre, Casetti ha liberato la televisione da ogni obbligo narrativo e degustativo e lo spettatore dal suo facile cannibalismo domestico. Telelouvre si diffonde tutti i giorni dalle ore 15,30 alle ore 21 dall’epicentro di via della Reginella 26/28 a Roma su un territorio di libero ascolto, libera documentazione dei fatti e libera fruizione.
Tra attenzione e disattenzione Telelouvre dilata radiosamente la propria informazione per un chilometro e mezzo dalla sua centrale: la strada. Via Reginella è punteggiata da apparecchi televisivi che trasmettono a uno spettatore finalmente passante, nomade e per niente domestico telegiornali, cartoni animati, cento domande ad A.B.O., mille nomi d’Italia, Totò, politica per vivere ecc. Telelouvre si trasforma in tal modo in “Telelourdes”, miracolo telematico che permette a tutte le fasce anagrafiche e sociali di assumere la posizione strabica del produttore e consumatore. Le trasmissioni liberano i fatti e i concetti da ogni confezione precotta. Non più notizie precostituite, confezionate a uso e consumo delle ideologie, congelate e proiettate dal televisore come un frigorifero.
Telelouvre, continuando in una strategia di autogestione, seppure selezionata dai suoi promotori, sviluppa alla fine un ulteriore livello di emancipazione: quello del produttore del programma da ogni convenzionale professionalità e quello dell’utente dall’obbligo del canone, inteso come pagamento alla Rai e soggezione consumistica a Mediaset.
Nel suo essere nomade e solidale, scorrevole e stanziale nello stesso tempo, Telelouvre prolunga i suoi servizi fuori dalla libreria e galleria senza porsi moralisticamente e pateticamente in alternativa frontale al cosiddetto sistema, la società dello spettacolo, che ammette soltanto una competizione di quantità contro quantità.
Qui la qualità, invece, produce una contro-comunità di produzione e ascolto in cui creazione e gioco, analisi e sintesi, informazione e tempo libero vogliono propiziare non una semplice partecipazione quanto piuttosto una comunicazione allargata in cui tutti contemporaneamente parlano e ascoltano.
Dall’arte alla vita e viceversa. Così Telelouvre chiude felicemente il cerchio senza gerarchie o attese messianiche. il miracolo è già avvenuto. Telelouvre funziona.
Ben conosce Casetti, per la sua identità di libraio-cacciatore, la lunga marcia di avvicinamento delle avanguardie storiche verso la vita quotidiana.
Il binomio arte e vita, e la strategia più avanzata della cultura del Ventesimo secolo, ha significato liberare la parola dalla pagina e il quadro dalla parete. Casetti applica tale metodo alla televisione, sottraendola alla sua staticità di addobbo domestico e facendone uno strumento prensile che aggancia lo spettatore fino a farlo diventare esso stesso produttore di immagini. In tal modo, televisione di strada, Telelouvre realizza il proprio obiettivo che è quello di scardinare il mito dello specifico e la distanza che intercorre tra i fatti e le opinioni. Qui, invece, esiste il territorio liberato da una produzione televisiva in cui l’ascolto è sincronico all’esistenza stessa di chi l’ha progettata e di chi continua a pensarla o a guardarla nella giusta lateralità non sacrale con la quale andrebbe assunta ogni informazione. Telelouvre sviluppa una naturale interattività tra storia e geografia, una solidarietà fisica di ascolto concentrata in un’area urbana in cui incontro telematico e fisico avvengono contemporaneamente, in cui azioni e reazione, informazione ed emozione generano un corto circuito che sviluppa un nuovo modo di essere e di esserci.

Telelouvre i programmi di telelouvre.
televisione di strada
via della Reginella 26-28

Televisore n. 1
La minoranza informa (22′): Carmelo Bene. Campioni d’Italia con Sabrina Ferilli. Genova 20 luglio 2001. Mario Appignani (Cavallo Pazzo)Caro Bettino. Asdrubale. Gli uccelli,: il viaggio a Gibellina. Biennale di Venezia 1991: Moana Pozzi e Silvano Bussotti. Victor Cavallo: valle Giulia 1968. Visto dall’alto: girotondo intorno al ministero della pubblica istruzione.Pubblicità e felicità. (6’ 46”) Per conoscere il quartiere: pasticceria il Boccione. La TV dei ragazzi. (15’ 15”) Rocco Sanjust: Aldo Bullo politico, descrizione dello stato di Aldo Bullonia. Cartoni animati. (2’ 24”) Tanto tango (bianco) di Elisabetta Zenzola. Intervallo. (6’ 4”) Fausto Delle Chiaie a piazza Augusto Imperatore. Cartoni animati (1’ 12”) Tanto tango (nero) di Elisabetta Zenzola.

Televisore n. 2

I Corti: Madrid (16’ 04”) di Tseng Cho. Riflessi n. 1 e n. 2(3’) di Chiara Caselli. Musica da strada. Il pianista a largo Argentina(38”). Pubblicità e felicità. Per conoscere il quartiere: Veziobar (13’ 23”) Una domanda ad A.B.O.( 2’ 8”) con Achille Bonito Oliva.

Televisore n. 3

Botteghe Chiare. Attilio il falegname.(18’) Telegirotondo. Non perdiamoci di vista(21’) con Nanni Moretti. Album di famiglia. I Casetti a Crasciana. (16’).

Televisore n. 4

Mille nomi d’Italia. Totò. (7’). Gli oggetti dello Sport (7’) di Luca Prosperi. Il film. Una grande storia d’amore (7’ 10”) di Sergio Nuti. Teatrovarietà. Vinicio Diamanti (21’ 20”). Di Giuseppe Casetti e Franco Di Matteo. 5 corti di Maria Pizzi. Film. (3’ 40”) Vita chiusa in 44 mattonelle ( 6’ 15”) T’amo (6’ 32”) Inabitabilità (1’ 38”). I Lazzari (3’ 45”)

Televisore n. 5

Usa la moda. The bunny lake collection (10’ 05”) di Giorgina Starr. I corti. Medellin (21’ 10”) di Felipe Guerrero. 14 (16’ 12”) di Stefano Pasetto.

Televisore n. 6

I corti. A che serve la critica? (…) perché scrivere? Perché non far vedere delle fotografie (17’ 26”) di Giuseppe Casetti. Giuda (18’ 13”) Fugatea (20’ 22”) Beataction l (6’ 20”) di Flavio Sciolé.

Televisore n. 7

I corti. Tra gli occhi del motorino ( 8’ 22”)* di Pia Camil. Fai da te. Come fare una televisione di strada, i costi, i rischi, ecc. (41’ 13”). Musicale. Rosebud (5’).

*( ridotto da 20’ a 8’ 22”)

Televisore n. 8

Bailamme. Viaggio a Nomadelfia. (Don Zeno. La legge della fraternità) (20’ 28”).Politica per vivere. Tentativo di arricchire la personalità di Berlusconi (3’ 32”).