Max e Margot Ufer: ” Bucaresti” 1947.

Descrizione

39 fotografie durante il soggiorno come rifugiati in Romania della famiglia Ufer nel 1947. Stampe  fotografiche vintage gelatina ai sali d’argento su carta baritata 19 fotografie cm.8.5×6 e 3 fotografie cm.11.5×8.5.

Nel testo di Marianne Ufer per il “Programma di ricerca “Storia della società Kaiser Wilhelm  nell’era  nazionalsocialista”: 

Triplo Esilio Romania, Afghanistan, Brasile”. Marianne Ufer racconta la fuga dalla Germania insieme ai suoi genitori.

“A Vienna mio padre lavorava per l’IRO- l’Organizzazione Internazionale per i Rifugiati- e cercò di trovare lavoro all’estero. I miei genitori all’epoca avrebbero voluto emigrare in Israele, ma lì c’era la guerra (…). La prima offerta è arrivata dal governo afghano, che voleva assumere mio padre come consulente per la produzione e la selezione delle piante. A spese degli afghani volammo con un gruppo di esperti tedeschi e austriaci a Teheren, dove avremmo dovuto prendere l’autobus per Kabul. C’erano molte difficoltà con i nostri documenti a Teheran. La partenza dell’intero gruppo è stata rimandata di un giorno in più perchè le autorità iraniane non volevano riconoscere i nostri passaporti di apolidi. Il viaggio verso Kabul su vecchi carri su strade sconnesse e non asfaltate è stao avventuroso. (…) dopo le guerre degli ultimi anni, delle belle città come Herat e Kandahar, dei bazar, degli edifici di fango di Kabul e dei giardini paradisiaci intorno alla città, restano cumuli di macerie. Nel 1952 viaggiammo dall’Afghanistan via Peshawar a Karachi, dove ci imbarcammo su una nave per Amburgo. (…) Negli ultimi anni avevo imparato diverse lingue attraverso l’emigrazione forzata: rumeno, francese, persiano. Ho anche migliorato il mio inglese in Afghanistan. Più tardi avrei dovuto imparare il portoghese e l’italiano. Mi sentivo completamente sradicata in Germania e tutti questi eventi mi avevano profondamente offesa. Era quindi giusto per me che i miei genitori andassero di nuovo in esilio, questa volta in Brasile, dove mia madre aveva dei parenti. Prendemmo una nave italiana da Anversa a Santos, il porto di San Paolo”. 

dal tedesco con Google traduttore