Patty Pravo, i cantanti e la musica beat in Italia

“Se c’è una persona che da sola può rappresentare gli anni del beat italiano…
questa non può che essere Patty Pravo. La ragazza che infiammò gli anni ’60 con le sue canzoni, la sua spregiudicatezza, la sua bellezza.”

Patty Pravo, i cantanti e la musica beat in Italia.

(Le fotografie della mostra on-line sono in vendita).

Stavo scansionando alcune foto di musicisti italiani al museo del louvre, dove da alcuni mesi faccio il tirocinio, quando Giuseppe Casetti mi rivolge questa domanda: “La conosci Patty Pravo?” gli rispondo: “Beh, certo che la conosco! “Ma davvero?” –mi dice sorridendo- “prova a canticchiarmi una sua canzone…”Io mi appoggio col gomito sulla scrivania e mi rendo conto, lì per lì, che prima ancora del motivetto di “Pensiero stupendo”, di “Ragazzo triste” o di “La bambola”, ciò che mi si para dinanzi è piuttosto la sua IMMAGINE.

In verità io, nata nel ’94, non posso mentire dicendo di conoscere bene Patty Pravo, ma mentirei ugualmente affermando di non conoscerla.

Lei, così come tanti altri artisti di quel periodo, sono ormai delle ICONE nell’immaginario degli italiani ed è impossibile non tenerne conto. E partire proprio da un’immagine, in questo caso, ha ancora più senso, dal momento che una fotografia è già di per sé sia icona che memoria.

Volgendo indietro lo sguardo, la sua mi appare quindi come un’immagine forte, che incarna tutta la libertà che i giovani degli anni ’60 e ‘70 chiedevano a quella società che ancora sembrava faticare a staccarsi da quel suo passato anche segnato dalla guerra e dalla crisi.

Sono infatti questi gli anni in cui a tutti i livelli si andò a creare uno spartiacque politico, sociale e culturale segnato da figure ed eventi emblematici – dalla sfida per la conquista dello spazio o dalla costruzione del muro di Berlino, fino alla morte di Marilyn Monroe e all’invenzione della minigonna e degli spaghetti-western.

In un contesto come questo dunque la contestazione giovanile non poté che trovare nella musica e nello spettacolo dei canali ottimi al suo passaggio.

In Inghilterra nacquero alcuni dei gruppi e degli artisti che divennero presto di fama mondiale come i Beatles, i Rolling Stones, i Led Zeppelin, e i Pink Floyd, solo per citarne alcuni. Ma anche dall’America arrivarono altrettanti fenomeni come Janis Joplin, Jimi Hendrix, Bob Dylan e molti altri che aumentarono la propria popolarità anche grazie a quell’altro fenomeno mondiale che fu Woodstock. Da qui dunque presero il via delle tendenze che in breve tempo si diffusero ben oltre i confini della loro patria natia.

Tanti furono quindi i paesi che guardarono con attenzione a ciò che stava succedendo in America e in Inghilterra: infatti furono proprio i generi musicali del Beat e del Rock (generi dal ritmo e dalle sonorità appunto molto incisivi e “ribelli” rispetto alla musica passata) quelli a cui si ispirarono molti cantanti e gruppi musicali che comparvero in quegli anni.

E così anche l’Italia subì il fascino della cultura anglosassone, sia sul piano prettamente musicale che su quello, più semplicemente, spettacolare. Da un lato, da questo momento in poi la gente cominciò ad interessarsi anche alle vite private degli artisti, i quali fondarono la propria fama non soltanto sulla loro arte, ma anche sulla propria immagine, sui gossip e sulle mode da loro stessi generate; dall’altro lato nacquero invece dei fenomeni bizzarri, per cui a volte vennero create delle vere e proprie versioni nostrane di artisti e personaggi stranieri (basti pensare a Little Tony o ai The Rockes) oppure si arrivò a cantare in un inglese completamente inventato, come fece Celentano.

In ogni caso la musica adesso sembra assumere un ruolo sempre più importante all’interno della società italiana e lo confermano anche la nascita di club e discoteche, primo fra tutti il “Piper”, e la diffusione di svariati festival musicali in tutta la penisola.

Non si può negare quindi che quella fu davvero un’epoca d’oro per lo spettacolo e per la musica che ancora oggi molti rimpiangono (si, spesso la rimpiango anche io che non l’ho vissuta affatto!).

Per tutti i nostalgici che vogliono rivivere un po’ di quell’atmosfera, non resta allora che mettere sul piatto un vecchio vinile – o farsi un giretto su youtube – e magari sfogliare virtualmente tra queste fotografie dell’archivio del museo del louvre, che sono state selezionate e pubblicate online proprio come omaggio ai protagonisti del beat e del pop di quegli anni.                                            

                                                                                                                    Elide Bartuccelli